Pippo Baudo, in occasione dei festeggiamenti per i suoi 84 anni, viene omaggiato da Viale Mazzini con una festa in onda su Rai1: ‘Buon compleanno… Pippo‘.
Allo show, che celebra anche i 60 anni di carriera del conduttore siciliano, parteciperanno tantissimi ospiti illustri per accompagnare la star della rete pubblica verso la mezzanotte.
Pippo tracciando un bilancio di questo doppio compleanno, di vita e professionale, come ti senti?
Come uomo vivo un momento di grande serenità e pace. Sono contento perché tutte le sere mi addormento con estrema facilità. E ho sempre pensato che, quando un uomo riesce a dormire, significa che è sereno e soddisfatto. Oggi come oggi, avendo un cervello pensante, so di poter essere utile per la Rai anche per l’avvenire, di conseguenza, se arriveranno nuovi progetti, sarò felice di farli. Spero, nel mio piccolo, di poter contribuire a condurre il cavallo di viale Mazzini, da tempo simbolo della Tv di Stato, verso un futuro radioso e proficuo. Perchè è giusto che la Rai resti la prima industria culturale di questo paese.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare che ti è stato accanto nella tua vita professionale e non?
Ringrazio la Rai per la strada fatta insieme e che faremo ancora, e devo ringraziare Angelo Teodoli che ha voluto questa celebrazione per i 60 anni di vita televisiva e dedico questa festa a un grande amico e maestro, Pippo Caruso che ha dato tanto, la sua assenza mi pesa ogni giorno di piu. Grazie ai miei collaboratori che hanno avuto una grande pazienza. Grazie alla stampa e ai fotografi, devo davvero tanto a voi perché se non avessi avuto riverbero su di voi sarei rimasto a casa mia. Avete pubblicizzato il mio lavoro e vi ringrazio con tutto il cuore. Un grazie speciale va a Pina che è la mia assistente, la mia consigliera. Lei ha preso la maturità classica e al primo anno di giurisprudenza ha interrotto gli studi lavorando in esclusiva per me, per il mio bene fisico e artistico.
Tra gli innumerevoli programmi che hai condotto qual è stato quello che ti è rimasto ne cuore?
‘Novecento‘: in quella trasmissione riuscimmo a coniugare cultura e spettacolo. Era un esperimento nel pomeriggio di Rai3 ed è diventata una grande trasmissione. Tutti i più grandi venivano nel programma spontaneamente. Sarebbe bello fare un’edizione Duemila, una nuova versione, in linea che con i tempi che stiamo vivendo oggi. Abbiamo tanto da dire e da spiegare, cosa è accaduto in questo paese negli ultimi 20 anni. Si possono raccontare molto bene e vorrei farlo.
C’è, invece, un programma che avresti voluto fare e non sei riuscito?
Sarò immodesto ma ho fatto tutto quello che ho voluto fare. Grazie al cielo la Rai mi ha sempre accontentato. Quando guardo al passato, a tutto quello che ho fatto, non ho rancori, amarezze o rimpianti. Conservo solo gioie, fortunatamente, dentro di me.
Negli ultimi decenni secondo te la tv cosa ha perso?
In questi anni la tv ha perso l’ingenuità, un ingrediente che riusciva a fare la differenza. Ma secondo me, non tutto è ancora perduto. Anzi, direi che si può recuperare. Noi dobbiamo sempre guardare al domani, non volgendo le spalle al passato. Il vero uomo di vita prende spunto dagli insegnanti del passato per disegnare prospettive per l’avvenire. Anche l’uomo di spettacolo deve fare così.
Cosa pensi della volgarità dilagante in tv?
Rispetto al passato, da questo punto di vista, lo scenario è totalmente cambiato. In Italia oggi c’è molta tv, si accendono migliaia di canali ogni sera. La Rai ha l’obbligo istituzionale di alzare il livello e di offrire la vera televisione. La Rai deve mantenere l’orgoglio di essere la prima tv.
Alla Rai di oggi che consigli daresti?
Secondo me la Rai sta facendo tanto per quanto riguarda la qualità ma il palinsesto va rinnovato: credo che questo sia un dovere. La direzione deve essere innovativa. Sono fermamente convinto del fatto che non si dovrebbero temere le novità. All’inizio il programma nuovo sconvolge ma, successivamente, può coinvolgere il pubblico. Se afferri un segnale del pubblico e lo trasformi in offerta televisiva, hai fatto un programma moderno.
Tempo fa indicasti Alessandro Cattelan come tuo papabile erede: è ancora di questa idea?
In effetti, un po’ di tempo fa, feci il suo nome in un’intervista. È un ragazzo intelligente e ha un inglese sciolto e mi piace molto il suo modo di condurre e di interagire con gli ospiti. Non so se ha l’imprinting Rai però, che è una caratteristica che andrebbe verificata sul campo.