Sociologo specializzato in Psicologia del Lavoro e dell’Organizzazione, Ivano Scolieri è considerato un punto di riferimento nella costruzione di percorsi formativi ‘ad hoc’ e format ad alto impatto per lanci prodotto e convention. Fondatore di Inventrix, società specializzata in progetti di sviluppo manageriale e comunicazione creativa, e di Areaxy, società specializzata nella produzione di strumenti olistici e prodotti per l’azienda, recentemente ha pubblicato un libro scritto a quattro mani con Carlo Massarini “Pianoforte – 7 note di armonia manageriale” che ha ottenuto un grande successo.
Ivano quali sono le competenze vincenti per i professionisti che fanno i manager?
Le competenze del mondo manageriale sono fedeli da sempre alla via maestra. Sono competenze storiche, centrali che se da un lato richiedono sensibili aggiornamenti rispetto i trend, dall’altro mantengono rigore negli assunti più radicali. Da sempre le arti manageriali sono l’insieme delle competenze che coinvolgono la capacità di saper gestire relazioni complesse e risorse. Un bilanciamento strategico che fonda nella comunicazione la sua virtù portante. Per un manager, per un professionista in genere, curare la salute delle ‘soft skill’ è una questione irrinunciabile. Saper ascoltare, essere influente, sviluppare una leadership situazionale sono il cuore pulsante per una sana cultura d’impresa. Sono altresì fondamentali competenze di risoluzione dei problemi, di proattività generale e di gestione dello stress. Quest’ultima diventata seriamente essenziale ha fatto la differenza in questo strano periodo.
Come si rendono compatibili professione e gestione?
Sono interdipendenti, legati da uno stesso destino. La gestione è la parte attiva, l’azione realizzativa. La gestione è la strategia con cui rendiamo le nostre performance emozionanti e vincenti. La professione regole i principi etici e d’immagine del nostro lavoro. Più gestisci bene e più la tua professione ne risente positivamente.
Quali sono, secondo te, i principali errori nelle definizione delle stretegie delle imprese, da evitare soprattutto in questo periodo così difficile?
In questo periodo come ogni nuova esperienza è successo di tutto. L’errore più evidente è stata proprio non creare una strategia. L’uomo quando è in difficoltà si difende e risponde al disagio con comportamenti di corta visione. Contenere è una risposta saggia ma se prolungata nel tempo secca, asciuga, sfianca il rilancio stesso. “Una strategia senza visione” non funziona. Si aggiungono poi una serie di errori piuttosto ricorrenti. Una modesta cultura dello sviluppo delle persone, il provare delle attività con dei tentativi mordi e fuggi oppure il pensare con visione romantica che il “manager giusto” possa trovare soluzioni di sistema capaci di mettere in sicurezza l’intero sistema. Si pecca d’ingenuità nonostante abbiamo a portata di mano una serie di strumenti molto interessanti. Credo quindi che in questo periodio infodemico non si possegga la lucidità adeguata per scegliere con criterio ciò che serve. Spesso si cavalca il cavallo di battaglia del momento perché non si ha abbastanza coraggio di scegliere.
E’ noto che la formazione del personale valorizzi l’immagine dell’impresa. Quanto e quale valore dai alla formazione del personale?
La formazione ha un ruolo centrale in ogni espressione dell’uomo. Quello che vediamo intorno a noi è tutto frutto di un processo formativo. Anche le migliori persone inserite in un contesto organizzativo vivono un cambiamento continuo che può essere positivo ma non sempre . La formazione garantisce la salute della pedagogia e la vivacità intellettuale. Un team generoso, responsabile, abilitato al reciproco sostegno può essere stimolato e condotto da un buon leader ma potrebbe non bastare. La formazione permanente e lo sviluppo organizzativo sono funzioni fondamentali per garantire un clima positivo, volto alla crescita delle competenze e del benessere di tutti.
Qual è la soddisfazione professionale più importante che hai ottenuto?
La soddisfazione è una benzina di vita favolosa. Sono tante e forse quotidiane le soddisfazioni. Sono da riconoscere e da valorizzare. Certo qualcuna possiede più memoria perché collegata a obiettivi più importanti. L’aver costituito Inventrix e successivamente Areaxy mi riempie d’orgoglio. Due scenografie inedite fatte di persone non comuni, specializzate in progetti creativi e funzionali per le organizzazioni. Un lavoro fatto con grande dedizione che ti permette di contribuire al bello delle persone e delle cose. Quando lavori per il benessere e il successo dell’umanità le soddisfazioni sono senza fine.
Il tuo ultimo libro “Pianoforte – 7 note di armonia manageriale” ha ottenuto un grande successo: qual è il tuo bilancio di questa esperienza?
Fare un libro è mettere un punto sulla tua vita. Fare un manuale manageriale ispirazionale con Carlo Massarini senti di aver costruito un’opera. Il bilancio è assolutamente positivo e credo che come tutti i long seller il bello debba ancora arrivare. Confido infine di ricevere un po’ di attenzione dagli endorser di “Pianoforte”. Il libro include autorevoli riflessioni da parte di alcuni manager italiani e di noti artisti. Alcuni di loro hanno partecipato con più afflato altri forse assorbiti dal momento complicato un po’ sospesi. La riflessione in tal senso evoca la speranza di averli presto vicino. Vessicchio, Silvestri, Linus, Nicoletti per il mondo artistico e poi Scaccabarozzi, Angelon, Fergola, Avagnale lato management sono nomi che possono dare un ulteriore dimostrazione della qualità degli strumenti contentuti in “Pianoforte” attraverso la loro diretta testimonianza.
Cosa puoi anticiparci per il tuo futuro?
Vorrei cogliere con forza lo slancio di nuova vità che spero arriverà nel 2021.Parteciperò attivamente con un tris di progetti. In primis oltre alla collaudata formula del webinar liveshow di “Pianoforte” con Massarini ci sarà finalmente in azione la versione live che vedrà la presenza di una band e di tante altre stimolazioni in perfetto stile edutainment. A tutto ciò arriveranno ben due nuove proposte editoriali molto interessanti e diverse tra loro. Il primo sarà un progetto sperimentale dove psicologia e fantasia si prenderanno cura delle fobie accumulate in questo strano anno.
Il secondo, uno step evoluto al mondo eroso del personal branding. Qui aiuteremo tanti giovani e non solo a rinnovare e ripensare la loro comunicazione personale e professionale.