Produttore e attore dotato di grande versatilità e sensibilità, Ivo Romagnoli è pronto ad affrontare con entusiasmo ed energia il 2021.
L’artista toscano interpreterà il signore Nenni in ‘Così è (o mi pare)’ VR, una rilettura del classico di Luigi Pirandello riadattato in chiave moderna da Elio Germano per un film in realtà virtuale.
Ivo, come nasce la passione per la tua professione?
Qualche anno fa un regista di Firenze Andrea Mugnaini con la sua casa di produzione cinematografica Malandrino Film, dopo aver vinto tanti premi come regista in tutta Europa per alcuni suoi cortometraggi, decide di produrre il suo primo lungometraggio, ‘Non C’è Tempo per gli Eroi‘. Andava a chiedere in giro esperienze vissute da inserire nel suo film e, tramite un amico in comune, lo incontro anche io a raccontargli qualcosa. Rimane colpito dalle mie storie e decide di affidarmi la parte del co-protagonista, Giulio, miglior amico del protagonista Vieri interpretato da Paolo Bernardini. Prima di farmi firmare, però, mi affida all’actor coach Massimo Alì per due giorni per vedere se ero in grado di sostenere la parte: dopo solo mezza giornata quest’ultimo gli comunica che ero già pronto per girare… Così cominciamo le riprese, un’esperienza incredibile per me che ancora ricordo come l’ estate più bella e emozionante di tutta la mia vita.
Al termine delle riprese partecipiamo ad un Festival di cinema indipendente in Puglia al quale andiamo io e Andrea a rappresentare il film. Io avevo una paura immensa, perché non sapevo cosa dovevo aspettarmi visto che fino a pochi mesi prima non ero mai stato davanti ad una telecamera. Avevo un ruolo molto tosto, ero un tossico e alcolizzato: mi aspettavo un pubblico di teenager che poteva magari ridere a qualche mia battuta. La sala era sold-out, c’era addirittura gente in piedi in sala, solo che l’età media era di 80 anni. Ero a pezzi: finisce il film ed io scappo fuori a fumarmi una sigaretta appartato sperando che la gente non mi riconoscesse. Improvvisamente vedo che camminano verso di me delle coppie di signori, c’era chi era sulla sedia a rotella, chi con la maschera di ossigeno. Arrivano e mi chiedono: “Scusi ma lei era l’attore del film?”. Io mettendo le mani avanti rispondo: “Sì, ma guardate, scusatemi… non lo farò più!”. Loro mi guardano e mi rispondono ringraziandomi. Sì perché mi dicono che guardando me quelle due ore sullo schermo non avevano pensato per tutto il tempo ai loro dolori: le gambe che non funzionavano più, il polmone che se ne era andato…
Quella è stata davvero la scintilla che si è accesa in me: tutte le volte che ci ripenso mi viene la pelle d’oca. Perché ho pensato che, nel tuo piccolo, avrei potuto migliorare il mondo regalando emozioni alla gente. E’ come se avessi trovato la mia missione e per questo non smetterò mai di essere grato ad Andrea per avermi dato questa possibilità.
Quali sono le più grandi soddisfazioni che hai ottenuto?
Ho sempre pensato che dovessi ottenere dei riconoscimenti, premi e apprezzamenti da professionisti affermati del settore per sentirmi davvero soddisfatto. Una volta raggiunti, però, assicuro che non sono nemmeno paragonabili a quando riesco a fare muovere qualcosa dentro a qualcuno con il mio lavoro. Io recito per gli altri non per raggiungere dei premi: il mio bisogno primario è questo e quando riesco a trasmettere delle emozioni quella è la mia già grande soddisfazione.
Com’è cambiata la tua vita da quando hai raggiunto i tuoi obiettivi professionali?
La mia vita non è cambiata, sono sempre io e faccio sempre le stesse cose. Anzi, più vado avanti e più mi impegno quotidianamente per arrivare sempre a dei livelli migliori. Mi alzo tutte le mattine molto presto, perché prima che cominci la giornata io devo avere già fatto tutti i miei esercizi quotidiani. Respirazione diaframmale, voce e un po’ di esercizi fisici che richiedono in media dalle 2 alle 3 ore al giorno, domenica e Natale compresi.
Qual è la tua ricetta per superare i momenti più complicati?
La recitazione mi aiuta tanto in questo. Io mi sento un miracolato, un essere estremamente fortunato. Capisco sempre di più che niente nella vita è scontato, che dobbiamo essere tutti grati di vivere come viviamo e che se c’è qualche momento buio, poi passerà e tornerà la luce del sole ad illuminare il nostro cammino.
In futuro quali altri traguardi ti piacerebbe raggiungere?
Io non mi impongo mai di raggiungere altri traguardi, ma semplicemente di vivere bene e felicemente il mio percorso per essere pronto a cogliere le occasioni che mi si presentano
Un’immagine che porterai con te di questo 2020?
Sì ce l’ho, anche se mi riporta al periodo del lockdown. Dopo un paio di settimane di chiusura totale a Firenze si cominciava a leggere di persone che si impiccavano in casa. Ma non quelle persone che avendo perso il lavoro non sapevano più come fare per dare da mangiare alla propria famiglia. Molti non riuscivano ad accettare il fatto di non potere uscire di casa per un mese. Quindi feci un monologo sulla vita e lo misi su Facebook: dopo un paio d’ore mi arrivò un messaggio di un dottore che mi ringraziava per il mio pezzo. Io con tutto il rispetto gli risposi: “Grazie ma sono io che le devo dire grazie a lei. Tutti i giorni combatte in prima linea per i malati che gli arrivano in reparto, è lei il mio eroe”. Ma lui mi rispose che io forse non me ne rendevo conto ma che guardando il mio pezzo lui aveva trovato la forza di tornare in ospedale anche il giorno dopo e di continuare perché anche io nel mio piccolo stavo facendo qualcosa di importante. Ecco, forse questa è stata una soddisfazione importante per la mia carriera..
Un augurio per il 2021 alle porte?
Auguro davvero a tutti di stare bene, di pensare a le cose importanti della vita, essere felici e di non dare niente per scontato. Di apprezzare e godere di ogni giorno che il nostro Signore ci permette di vivere.