La danza le scorre nel sangue e tutto ciò che mette in scena è arte. Viviana Pierdominici, performer e insegnante di Danza Orientale e Fusion Belly Dance, ha fatto della sua passione la sua vita.
Oltre ad incantare il pubblico con le sue performance, Viviana durante il lockdown ha creato un portale di lezioni on line – “Viviana Belly Dance Studio” – per far arrivare a tutti, vicini e lontani, le sue creazioni e le conoscenze acquisite con anni di studi, collaborazioni ma, soprattutto, grande passione. Un’intuizione vincente cisto che da lì, a seguito di una challenge girata e postata su YouTube, il canale “Viviana Belly Dancer”, esplode e guadagna in pochissimo tempo ben 60 milioni di views e più di 220.000 iscritti.
Viviana Pierdominici si racconta a IN COPERTINA.
Come nasce la passione per la tua professione?
La passione per la danza è nata quando ero una bambina. Mi divertivo a ballare in casa e a creare costumi svolazzanti con i foulard di mia madre. Così all’età di 6 anni, i miei genitori mi hanno iscritto a un corso, dove ho potuto apprendere le preziose basi della danza classica. All’età di 16 anni, poi, travolta (come molte altre) dal fenomeno “Shakira” ho voluto provare questo tipo di danza che appariva ai miei occhi così potente e femminile. Provavo a imitarne i movimenti guardando i video e sentivo che il mio corpo riusciva ad accoglierli naturalmente. Mi sentivo attratta. Quando mi sono iscritta al corso, mai avrei pensato ad un coinvolgimento così totalizzante… Nel giro di un paio d’anni avevo già chiaro in mente che quel tipo di danza, la danza orientale, non sarebbe mai più uscita dalla mia vita. Cominciando ad affiancare la mia maestra, poi, è nata una vera passione anche per l’insegnamento. Il rapporto maestra-allieva è uno stimolo reciproco e prezioso che da anni mi fa crescere come persona e come professionista.
Quali sono le più grandi soddisfazioni che hai ottenuto?
Da danzatrice, la più grande soddisfazione che si possa provare è la percezione dell’emozione del pubblico. Ho organizzato e preso parte a una moltitudine di spettacoli e festival in Italia e all’estero e questo è senz’altro una fonte di orgoglio. Ma ciò che mi dà veramente soddisfazione è lo sguardo dello spettatore, la connessione magica che si crea con chi ti accoglie e si lascia trasportare dalla performance. Credo sia in quello sguardo il vero nutrimento della mia arte.
Com’è cambiata la tua vita da quando hai raggiunto i tuoi obiettivi professionali?
La mia vita professionale è costellata di tanti piccoli traguardi raggiunti e tanti obiettivi ancora da conquistare, ed è quindi mutata piuttosto gradualmente nel corso degli ultimi 10 anni. La mia attività di insegnante è cresciuta: è cominciata con pochi allievi ed è arrivata alla formazione di una vera comunità di donne meravigliose (colleghe e allieve) che al momento fanno parte della mia vita come una vera e propria famiglia. Insomma, ho una famiglia in più! Questo è un bellissimo cambiamento. Da quando poi, nell’ultimo anno, è esplosa l’attività sui social la routine quotidiana è cambiata ancora. Un contenuto del mio canale YouTube è diventato virale accumulando più di 60 milioni di views e dando vita ad una community virtuale di 220.000 persone che è ora parte delle mie giornate. Mi è stata molto di sostegno in questo periodo di pandemia. Per questo motivo, ora, dedico parte del mio tempo alla creazione di contenuti e allo studio delle piattaforme su cui il mio lavoro sta raggiungendo nuovi traguardi emozionanti e inaspettati.
Qual è la tua ricetta per superare i momenti più complicati?
Da quando sono bambina ho imparato ad accogliere le emozioni e a lasciarle fluire senza mettere ostacoli. Credo che ogni forma di rigidità possa creare maggiore dolore e che la vita sia un flusso nel quale dobbiamo imparare a lasciarci andare, guidandoci lontano da ciò che ci fa soffrire e passando attraverso un sincero ascolto del nostro cuore. Nei miei momenti difficili mi abbandono totalmente all’ascolto, ma soprattutto all’abbraccio curativo e inestimabile dei miei affetti più cari, persone della cui presenza ringrazio quotidianamente l’universo. Ecco, la gratitudine è un altro fondamentale ingrediente della mia ricetta: apprezzare ciò che c’è, non darlo mai per scontato, aiuta sempre a restituire il giusto peso alle cose dopo un pianto liberatorio.
Quando non lavori, come trascorri una tua giornata-tipo?
Non credo di poter individuare una “giornata-tipo” all’interno del mio tempo libero. Tendo ad improvvisare sempre in base a ciò di cui ho bisogno. Ci sono delle attività però, su cui ricadono più frequentemente le mie scelte: passeggiare nella natura, bere una birra con gli amici, mangiare con la famiglia, visitare un posto nuovo o i luoghi del cuore e, ultimo ma non per frequenza, studiare. Migliorarmi, aggiornarmi, scoprire nuove sfumature della mia amata danza è sempre uno dei migliori investimenti di tempo che io possa fare.
In futuro quali altri traguardi ti piacerebbe raggiungere?
Come ogni artista, credo che la mia più grande aspirazione sia quella di far arrivare la mia voce il più lontano possibile ma soprattutto quella di riuscire a lasciare un segno nelle persone. Nella mia divulgazione cerco di non mettere in gioco solo l’aspetto tecnico e virtuosistico della danza ma provo a mandare un messaggio positivo che spero si diffonda fra il pubblico e possa aiutare a sorridere di più, a rispettare di più il prossimo e a cercare la bellezza nei connubi più inconsueti. Uno dei miei esperimenti preferiti in tal senso, è stato quello di portare in scena una fusione fra la Belly Dance e la musica classica (Verdi, Rossini, Ponchielli e Monti). Sono due mondi apparentemente molto lontani ma la bellezza che può scaturire da un’unione così audace può lasciare davvero stupefatti. Sarebbe un meraviglioso traguardo riuscire a seguire un’orchestra in una tournée dedicata a questo tipo di sperimentazione e portare in scena l’idea che una sana, pacifica e valorizzante integrazione fra culture sia “spettacolare” oltre che possibile.