Tra i protagonisti di ‘Doc – Nelle tue mani’, una delle serie evento più attese su Rai1, l’attrice Sara Lazzaro che veste i panni di Agnese, ex moglie del dottor Andrea Fanti – interpretato da Luca Argentero -, combattuta tra passato e presente.
Sara, ‘Doc – Nelle tue mani’ arriva nel momento giusto: mostra l’eccellenza dei medici italiani. È anche questa la mission della serie oltre a raccontare una storia vera?
Mentre preparavamo questo progetto mai avremmo immaginato che avrebbe visto la luce in un momento come questo. Credo che provare a celebrare la loro eccellenza sia una volontà intrinseca di qualsiasi ritratto che si voglia fare di questa categoria, per i valori sociali e umani che la guidano, per il ruolo fondamentale che svolge a livello sociale da sempre. Avvicinarsi non solo a rappresentare il “mestiere”, ma soprattutto sfiorare il senso della loro vocazione, e raccontare le possibili declinazioni degli esseri umani dietro a tutto questo. Responsabilità, rispetto e ammirazione: speriamo che questo trapeli nel raccontare la nostra storia.
Ci racconti il tuo ruolo?
Agnese Tiberi è la direttrice sanitaria del Policlinico Ambrosiano di Milano, ma anche ex-moglie di Andrea Fanti (interpretato da Luca Argentero, ndr). Prima di ricoprire questo ruolo dirigenziale, anche lei era medico in corsia e conobbe Andrea durante gli studi di medicina. Si sposarono giovani e costruirono una famiglia. Tutto, però, cambiò drasticamente dopo la morte del secondogenito, Mattia. Il matrimonio non resse il colpo, lei lasciò la corsia e i due pian piano, nei 10 anni successivi, si costruirono due vite separate, fredde e distaccate. L’unico luogo in comune divenne l’ospedale. È con questo bagaglio che lei “rincontra” Andrea dopo essere stato sparato perdendo la memoria di 12 anni di vita: da un lato investita del ruolo e delle responsabilità in ospedale, dall’altra come donna che ritrova l’Andrea appassionato e empatico che aveva conosciuto in giovinezza e che la ama ancora, esattamente come 12 anni prima.
Cosa ti ha lasciato dentro questo ruolo, vissuto in un momento così difficile a livello professionale e personale?
Agnese per me è una donna complessa e stratificata: forte, determinata ma anche fragile e per certi aspetti ancora irrisolta. Un’equilibrista, tra passato e presente, che però, diversamente da Andrea, non si è scordata cosa ha vissuto in questi ultimi 12 anni. È stato molto interessante per me esplorare questo ruolo, soprattutto le sue contraddizioni mi hanno insegnato. Agnese è stato un territorio nuovo per me. È la prima volta che interpreto un ruolo così maturo, anagraficamente più grande della mia età, che ricopre una posizione di autorità ed è custode di un trauma così profondo e viscerale. Una delle “chiavi di volta” per addentrarmi in lei è stata empatizzare con il suo dolore, comprenderlo e avvicinarmi all’istinto di sopravvivenza di questa donna per riuscire ad attraversare e dare corpo ai movimenti del suo percorso, così colmi di emotività, conflitto, pragmatismo e responsabilità. Non ho molto in comune con Agnese, ma attraverso di lei ho conosciuto delle cose nuove di me stessa.
Vanti un bel curriculum alle spalle con molte interessanti collaborazioni a livello internazionale. Quali nuovi progetti professionali hai in cantiere dopo che passerà questa tempesta?
Dobbiamo ritornare sul set di ‘Doc’ per terminare altre puntate della serie e al momento il mio “cantiere” è in stallo. Prima della pandemia si stavano muovendo dei progetti di cinema e tv ora fermi. Attendo che torni il sereno nella speranza che il mondo dello spettacolo, i suoi componenti e le sue varie infrastrutture, non siano state indebolite troppo per potersi rialzare con agilità dopo tutto questo. Un passo alla volta. Prima di navigare verso nuovi lidi bisogna che la nave galleggi.
Quale ruolo ti piacerebbe fare prossimamente?
Non ci penso troppo, ora come ora. Di base sono sempre attratta da personaggi che non ho mai interpretato prima, che mi sfidano e mi spingono al di là dei miei confini attuali, storie nuove, originali, ancora più belle se sono storie “necessarie” e che in generale abbiano un buon motivo per essere raccontate. Mi piacerebbe fare del cinema, cambiare la valuta del tempo sul set: fare meno, sfruttando il tempo per costruire un po’ di più. Anche il teatro mi manca molto, ma è giusto lasciare spazio alle opportunità che man mano si stanno palesando tra tv e cinema.
Con quale stato d’animo stai vivendo questo periodo?
È un momento storico extra-ordinario, planetario. Ogni giorno mi sveglio e faccio un “reality check”: mi ricordo dove sono, che cosa sta succedendo e perché stiamo facendo tutto questo; mi ricordo che in questo panorama sono fortunata – a me viene chiesto di “stare a casa”, diversamente da chi è in prima linea per combattere questa pandemia; mi ricordo anche che tutto questo finirà, prima o poi. Il resto del tempo cerco di trasformarlo in un’opportunità, non solo per concedermi un po’ di lentezza e riscoprire le piccole cose, ma anche per imparare qualcosa da tutto questo. Riflettere su come siamo arrivati fino a qui, chi eravamo quando siamo giunti a questo punto, quanto “vicini” realmente fossimo prima di tutto questo, cosa stiamo imparando dal presente, come custodirlo e come portarlo nel nostro futuro senza smemoratezza.
Stai vivendo delle separazioni forzate causate dalla lontananza?
Io a Roma, i miei genitori in Veneto, nel Padovano, e mio fratello maggiore a San Francisco, USA, dove l’epidemia sta iniziando a farsi sentire in maniera dura. Ci sentiamo ogni giorno, mi mancano ma so che il nostro abbraccio è solo rimandato e, una volta che sarà tutto finito, sarà ancora più pieno e forte.
Come passi le sue giornate? A cosa ti stai dedicando a casa?
Sono molto fortunata perché sono con il mio compagno Roma, nel nostro appartamento. Viviamo giorno per giorno nel modo più sano possibile, praticando yoga, mangiando sano, tenendomi informata da fonti attendibili, leggendo, scrivendo, disegnando, riprendendo in mano la chitarra, chiamate con amici e famigliari, guardando serie, film e anche le interviste non mancano.
Qual è la prima cosa che farai appena tutto questo finirà?
Correre dalla mia famiglia per abbracciarli forte. Nel farlo, osserverei il mondo e la gente con uno sguardo nuovo. Darei un morso cauto, grato e gentile a questa libertà riconquistata.
Dove ti piacerebbe andare appena si tornerà a viaggiare?
Mi fiondo a Venezia e poi tra la natura che ora mi manca tanto.